BREAK THE BIAS

come realizzare l'uguaglianza di genere sul posto di lavoro

Iniziamo dalle buone notizie: secondo il Global Gender Gap Report del World Economic Forum, il 68% del divario è stato effettivamente colmato.
Nonostante i progressi, però, ci vorranno ancora 132 anni per raggiungere la piena parità. Un lasso di tempo che, secondo il Rapporto, si è allungato dopo la pandemia; infatti, prima del 2020 si prevedeva di colmare il gender gap entro 100 anni.

IWD

Il rapporto del WEF rileva che, sebbene nessun Paese abbia ancora raggiunto la piena parità di genere, alcuni abbiano colmato già l'80% del loro divario, con l'Islanda (90,8%) che guida la classifica globale ed è l'unica economia ad aver colmato più del 90% del suo divario. La Finlandia (86%, 2°), la Norvegia (84,5%, 3°) e la Svezia (82,2%, 5°) si trovano nella top 5, con altri Paesi europei come l'Irlanda (80,4%) e la Germania (80,1%) rispettivamente al 9° e 10° posto. Anche i Paesi dell'Africa subsahariana, Ruanda (81,1%, 6°) e Namibia (80,7%, 8°), insieme a un Paese dell'America Latina, il Nicaragua (81%, 7°), e a un Paese dell'Asia orientale e del Pacifico, la Nuova Zelanda (84,1%, 4°), rientrano nella top 10.

Nel mondo del lavoro, il divario di genere continua a essere determinato e influenzato da molti fattori, tra cui le barriere strutturali di lunga data, le trasformazioni socioeconomiche e tecnologiche e gli shock economici.

Negli ultimi anni, un numero maggiore di donne è entrato nel mondo del lavoro e, sempre più spesso, in posizioni di leadership, ma le aspettative globali della società e le politiche dei datori di lavoro continuano a influenzare i percorsi formativi e le traiettorie di carriera che le donne scelgono. Inoltre, le conseguenze della pandemia continuano a colpire in modo sproporzionato le donne.

I dati del Report 2023 di ManpowerGroup, The New Human Age, lo confermano: il 20% delle donne ha dichiarato che la pandemia le ha spinte a desiderare una maggiore sicurezza rispetto al proprio futuro. Un quarto delle donne (25%) è disposta a cambiare lavoro per una maggiore sicurezza economica e una donna su tre ritiene che l'attuale crisi economica metta in pericolo il proprio posto di lavoro. 

Ecco in che modo i datori di lavoro possono aiutare le donne a crescere in azienda, fare carriera e raggiungere un’equa retribuzione:

Monitorare i numeri e misurare i progressi

Alla domanda “Cosa desideri dal mondo del lavoro?” le donne hanno risposto: la parità sul posto di lavoro, indipendentemente dall'età, dalla razza o dal sesso.
Le aziende devono assicurarsi di aver compiuto progressi misurabili in termini di “gender parity” e misurare i risultati in termini di rappresentanza, assunzione e promozione.

Migliorare la Management Pipeline 

Solo il 19% delle donne dichiara di avere un chiaro percorso di carriera tracciato dall’azienda. 
Le organizzazioni devono stabilire una strategia e degli obiettivi chiari per aumentare il numero di donne nel management di primo livello, facilitando così l'ascesa di un maggior numero di donne ai vertici dell'organizzazione.

Sviluppare il talento femminile

Secondo la ricerca The New Human Age, meno della metà delle donne ritiene che il proprio datore di lavoro incoraggi l'aggiornamento o la formazione e più del 40% afferma che il proprio Manager non riconosce le loro capacità o il loro potenziale.

Le aziende devono aiutare le donne a sviluppare sia le competenze tecniche che quelle trasversali, anche attraverso brevi periodi di formazione.

Ascoltare le richieste 

Sempre più donne richiedono al proprio datore di lavoro maggiore flessibilità in termini di luogo e orario di lavoro, la possibilità di lavorare solo quattro giorni e più tempo libero da dedicare alla “mental fitness” e al benessere.
L'equità di genere non è solo una questione femminile, è una questione umana. Sebbene negli ultimi anni siano stati fatti dei progressi, c'è ancora molta strada da fare per raggiungere l'equità di genere sul posto di lavoro. Incoraggiando la diversità e l'inclusione, sostenendo la work-life integration, superando i pregiudizi inconsci, garantendo l'equità retributiva e offrendo opportunità di leadership, le aziende possono aiutare le donne a prosperare sul posto di lavoro e a raggiungere il loro pieno potenziale.