Sentient Horizons, le nuove frontiere del design

Metaverso, Intelligenza Artificiale, robotica: chi opera nel settore del design, dalla fase di ideazione a quella di progettazione, si trova a dover fronteggiare tutte queste rivoluzioni. Quali sono le competenze da sviluppare e le opportunità da cogliere, immaginando i prossimi sviluppi della professione?

Sergio Nava: Parlare di design e delle sue prossime evoluzioni, continuare a farlo, per chi si occupa di questa materia risulta quasi un imperativo categorico. Siamo infatti circondati da oggetti, strumenti, piattaforme, che sono il risultato della visione e degli sforzi creativi dei diversi professionisti che lavorano in questo settore – a mio avviso, e parlo in qualità di Director of Education della School of Design di Istituto Marangoni Milano, uno dei più vasti, in grado di offrire numerosissime specializzazioni differenti. E interrogarsi sulle prospettive a cui la disciplina andrà incontro significa indagare, tentando di individuare delle risposte quanto più verosimili e attendibili, il nostro stesso futuro. Non è un compito semplice, considerato lo scenario all’interno del quale ci muoviamo: la velocità con cui si manifestano trasformazioni e cambiamenti tecnologici ha raggiunto ritmi impressionanti, con novità mostrate al pubblico quasi ogni settimana. Le conseguenze che tutto ciò comporta sono altrettanto complesse: vengono, infatti, sollevati dubbi etici, la formazione e i percorsi di studio devono essere rivisti e aggiornati, si registra la necessità di rendere fruibile questo immenso patrimonio di conoscenze e informazioni a una platea di non esperti.

Ed è proprio guardando a tutti questi elementi che, come Istituto Marangoni Milano, abbiamo ideato e promosso un percorso di approfondimento sul tema, Sentient Horizons, articolato in tre diversi appuntamenti, patrocinati dall’Agenzia Spaziale Europea. Momenti di scambio, confronto e discussione tra professionisti del design, da una parte, e cultori di innovazione, dall’altra. Interazione tra esseri umani e robot, applicazioni operative del metaverso, sviluppi della ricerca tecnologica e di quella di prodotto sono stati i temi toccati nel corso delle tavole rotonde organizzate, che abbiamo voluto intendere come punto di partenza per una riflessione più ampia su queste discipline e i loro risvolti più pratici, auspicando di coinvolgere quante più persone possibile. Perché, di fatto, tutti ci occupiamo di design. Tra gli ospiti che sono intervenuti nel corso della manifestazione organizzata dall’Istituto – da sempre attento e sensibile a tutti gli stimoli che coinvolgono la disciplina –, figurava anche Federica Cascia, Head of Brand Strategy Horizon Worlds & Avatars Meta Reality Labs, a cui cedo – non a caso, virtualmente – la parola su queste pagine, per analizzare nel dettaglio cosa rappresenti tutto ciò, da una prospettiva specificatamente professionale.

Federica Cascia: Per immaginare il futuro del design, considerati gli enormi progressi ottenuti in questo campo negli ultimi decenni, comincerei dalla scoperta che, in maniera paradossale, è anagraficamente più datata: il metaverso. Dal punto di vista occupazionale, quest’ultimo offre prospettive diverse e interessanti, con professioni che abbracciano un ampio spettro di attività: dalla visione e costruzione di mondi virtuali – con figure come progettisti di tali spazi, sviluppatori di esperienze immersive, esperti di realtà aumentata – alla gestione del commercio in questi ambienti, con la necessità di avere esperti di marketing digitale e gestione delle vendite online. Potrebbero emergere, inoltre, ruoli legati alla moderazione e alla sicurezza, per garantire stanze virtuali sicure e prive di abusi. La gamma di possibilità occupazionali aumenterà inoltre, man mano che questa tecnologia si evolverà. Per tracciare una sorta di parallelo, potremmo far riferimento a quanto è accaduto con l’avvento e la diffusione dei social media, che hanno aperto nuove opportunità lavorative e creato un intero settore dedicato alla loro gestione e al loro utilizzo strategico: pensiamo, infatti, a professioni come social media manager, esperti di marketing digitale, influencer e analisti dei dati social. Generalmente la diffusione di una nuova tecnologia porta con sé nuove possibilità professionali che richiedono competenze specifiche. È importante, quindi, essere pronti a svilupparne di necessarie, per sfruttare al meglio le occasioni generate da questi nuovi strumenti, così come è stato fatto in precedenza con i social media.

Spostandosi, invece, sulle novità esplose con prepotenza nell’ultimo anno, non posso non citare l’Intelligenza Artificiale (IA). Il dibattito attorno a quest’innovazione è parso, fin da subito, acceso e partecipato. C’è chi teme, infatti, che possa cancellare decine di migliaia di posti di lavoro e chi, al contrario, ne sottolinea i vantaggi in ambito professionale. Credo sia fondamentale sviluppare competenze complementari all’IA, come la creatività, la risoluzione dei problemi complessi, l’empatia e la leadership, sfruttando questa tecnologia come un’opportunità per migliorare le nostre professioni e affrontare nuove sfide. Adattarsi al cambiamento e investire nella formazione continua è il motto che deve animare aziende e organizzazioni in questa fase di transizione, abilitando tutto il personale all’utilizzo.

A questo proposito, il design svolge un ruolo fondamentale nel rendere fruibili il metaverso e l’Intelligenza Artificiale anche ai non esperti, accelerandone l’adozione. Un buon design semplifica l’interazione con tecnologie complesse, creando interfacce intuitive e user-friendly. Progettare concentrandosi sull’utente significa rendere accessibili e comprensibili le funzionalità delle tecnologie menzionate in precedenza, consentendo a un pubblico più ampio di utilizzarle in modo efficace. Il design, inoltre, può essere utilizzato per creare esperienze coinvolgenti e significative negli universi virtuali, migliorando l’interazione tra gli utenti e tale ambiente. Investire nella progettazione e nell’esperienza che si è in grado di offrire ai fruitori diventa quindi fondamentale per garantire l’accessibilità generale di questi device.

Proiettandosi nel futuro, la relazione tra esseri umani e robot rappresenterà il prossimo settore di sperimentazione, facendo registrare evoluzioni notevoli, specialmente sul fronte lavorativo. I robot saranno sempre più integrati nell’ambiente di lavoro e collaboreranno con gli individui per svolgere compiti specifici: mentre i robot si occuperanno delle attività routinarie e fisicamente impegnative, i lavoratori si concentreranno su compiti che richiedono immaginazione, intuizione e capacità decisionale. Ottimizzare i processi produttivi costituirà l’obiettivo principale per cui i luoghi di lavoro verranno, in parte, automatizzati.

Dal mio osservatorio, le discipline alle quali occorre prestare attenzione domani, sulle quali investire in termini di formazione e professionalizzazione sono: IA, ancora, e machine learning – per il potenziale ancora inesplorato in ambiti come la salute, l’automazione industriale, i trasporti intelligenti e l’assistenza domestica. C’è poi la tecnologia legata alle energie rinnovabili e sostenibili, in risposta all’urgenza di contrastare il cambiamento climatico, con lo sviluppo di soluzioni per l’energia solare, eolica, idroelettrica e geotermica. Infine – questo è un elenco ovviamente parziale –, l’ambito delle comunicazioni e della connettività, con le reti di nuova generazione, come il 5G e oltre, l’internet delle cose (IoT) e la connettività satellitare, per supportare l’interconnessione globale e migliorare la velocità e l’affidabilità delle comunicazioni.

 

* L’immagine in evidenza, parte di un portfolio originale realizzato per l’ultimo numero di LINC, è stata ottenuta utilizzando un software di Intelligenza Artificiale

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