Sempre più umana

Intervista a Tomas Chamorro-Premuzic, esperto di fama internazionale di psicologia aziendale e gestione dei talenti, è autore di volumi e articoli scientifici sui temi della leadership, innovazione e Intelligenza Artificiale. Dal 2018, in ManpowerGroup, ricopre il ruolo di Chief Talent Scientist, responsabile del Centro di eccellenza per la valutazione e l’analisi.

È una trasformazione ancora agli inizi, velocissima e costellata di ostacoli e pericoli da evitare. L’Intelligenza Artificiale sta cambiando il nostro modo di vivere, di lavorare, di relazionarci. Le aziende la utilizzano per decidere come e se assumerci, così come le app di incontri tirano le frecce di Cupido grazie a un algoritmo. L’IA diventa sempre più intelligente e soprattutto, racconta nel suo libro (I, Human: AI, Automation, and the Quest to Reclaim What Makes Us Unique, Harvard Business Review Press, 2023) Tomas Chamorro-Premuzic, sempre più umana. Molti cambiamenti stanno migliorando il nostro know how, ma altri rischiano di disumanizzarci, e come per la legge della domanda e dell’offerta, renderci sempre più simili alle macchine stesse. Come distinguersi allora, attraverso le competenze umane in un mercato del lavoro sempre più competitivo, automatizzato e tecnologico?

Partiamo da una domanda che lei stesso si pone nel suo libro: stiamo usando l’Intelligenza Artificiale per migliorare il modo in cui lavoriamo e viviamo, o le stiamo permettendo di alienarci?

Finora non vedo molti esempi di un’IA che possiamo definire trasformativa o “in scala”. Certo, ci sono le diagnosi mediche, il rilevamento di frodi e gli strumenti in grado di adattare prodotti o servizi alle preferenze dei consumatori, ma si tratta perlopiù di un’ottimizzazione in termini di tempo e non di qualità dell’attività stessa. In particolare, per ogni problema che viene risolto con l’IA, sembrano essercene di nuovi. L’Intelligenza Artificiale come strumento di produttività potenziata diventa al tempo stesso uno strumento di improduttività con un impatto ben maggiore. È un’arma di distrazione di massa: chatGPT aumenta, per esempio, la produttività automatizzando compiti noiosi, ma se poi il tempo risparmiato lo impieghiamo su TikTok o Instagram, che senso ha?

Con l’integrazione dell’IA nei processi lavorativi, quali sono le competenze e le qualità che devono essere considerate più importanti per i dipendenti e come ci si può preparare al meglio per questo futuro?

Le abilità che l’IA non può padroneggiare sono certamente l’empatia, l’autoconsapevolezza, la curiosità, il pensiero critico e la creatività. Spesso siamo critici nei confronti delle tecnologie automatizzate proprio perché non mostrano nessuna di queste capacità, ma forse dovremmo riconoscere che alcune volte neanche l’uomo le possiede, o meglio non le mette in atto. Potremmo e dovremmo sfruttarle, ma ciò richiede uno sforzo. Dall’altra parte l’IA probabilmente vincerà la battaglia per il quoziente intellettivo più alto, ma è quello emotivo che dovrebbe restare una prerogativa esclusivamente umana.

In un panorama digitale in rapida evoluzione, quanto è importante per i professionisti di oggi avere un personal brand forte?

La conoscenza e l’accesso alle informazioni sono mercificati da chatGPT, ma questo crea anche una differenziazione con la competenza profonda: sapere più dell’Intelligenza Artificiale su un determinato argomento, abbastanza da capire quando l’IA sbaglia – e possedere così la “riprova sociale” –, ci aiuta a persuadere le altre persone a fidarsi di noi più che dell’IA. Pensate a chatGPT come a una versione intellettuale del fast food: una soluzione rapida, economica e poco nutriente per la vostra mente affamata, che invece dovrebbe creare l’equivalente intellettuale del movimento slow food.

Nel suo libro sostiene che alcuni lavori saranno probabilmente più resistenti all’automazione di altri. Cosa intende e quali sono le misure che le organizzazioni possono adottare per sviluppare i talenti per questi ruoli “a prova di futuro”?

I lavori che richiedono improvvisazione al posto della routine e in cui il livello di standardizzazione è inferiore al 40% delle mansioni rimarranno umani e avranno bisogno di un uomo all’interno del processo. Tuttavia, dobbiamo riqualificare e aggiornare le persone in modo che possano sviluppare le competenze giuste per aggiungere valore a questi stessi lavori e a tutti i nuovi lavori creati dalla tecnologia.

Esploriamo il concetto di competenze umane e di come queste possano interagire e integrare l’IA sul posto di lavoro. Le persone come possono comunicare e sottolineare efficacemente le loro competenze umane, sfruttandole per creare un vantaggio competitivo nel mercato del lavoro?

Vorremo sempre trattare con gli esseri umani, anche se le macchine possono fare il lavoro. Gli scambi umani, però, potrebbero diventare un servizio premium o di fascia alta, sempre abilitato dalla tecnologia e dall’IA. La grande opportunità quando si parla di talenti è che l’Intelligenza Artificiale può distorcere le nostre stesse valutazioni sul potenziale umano, evidenziando le capacità e le attitudini delle persone, ma ignorando alcune caratteristiche personali e demografiche. Gli esseri umani invece sono prevenuti per natura, e hanno l’abilità di creare strumenti che distorcono non solo le risorse umane, ma anche la società.

Due domande (N.d.A. la seconda e la quarta) di questa intervista sono state generate dall’Intelligenza Artificiale. Può identificare quali e perché?

No, ma tu puoi identificare quali risposte sono state fornite da chatGPT?

 

* L’immagine in evidenza, parte di un portfolio originale realizzato per l’ultimo numero di LINC, è stata ottenuta utilizzando un software di Intelligenza Artificiale

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