Quando la transizione energetica diventa un lavoro

La transizione energetica è la più importante sfida dei nostri tempi, perché solo cambiando modello di sviluppo e passando alle fonti rinnovabili riusciremo a garantirci un futuro su un Pianeta Terra ancora abitabile per noi. Tutti devono fare la propria parte, tanto i governi e le istituzioni quanto le aziende e i privati cittadini, ovviamente con possibilità e impatti molto differenti. La base su cui poggiare questa gigantesca rivoluzione, però, sono coloro i quali lavorano concretamente alla transizione energetica, le professioniste e i professionisti di un settore molto vasto e in continua crescita.  

Per migliorare la gestione delle risorse, abbandonare le fonti fossili e passare definitivamente alle rinnovabili servono figure come specialisti ambientali, ingegneri civili, forestali, tecnici ambientali, installatori di impianti fotovoltaici,  arboricoltori. Negli ultimi anni non a caso sono in grande crescita i Green job, una definizione un po’ ampia che include, secondo il Bureau of Labor Statistics statunitense, i «lavori in aziende che producono beni o danno servizi a beneficio dell’ambiente o preservano le risorse naturali»; ma anche «i lavori in cui i compiti dei lavoratori implicano il rendere i processi di produzione del loro stabilimento più rispettosi dell’ambiente o utilizzare meno risorse naturali». 

In un’intervista all’agenzia Agi, il professore di diritto ambientale e presidente dell’Associazione italiana esperti ambientali Stefano Maglia citava tra le professioni sempre più in espansione «il mobility manager, il giurista ambientale, l’energy manager, l’Hse manager (Health, safety, environment), il waste manager». 

Secondo Clic Lavoro, il portale del ministero del Lavoro, «le misure legate alla transizione energetica rappresentano un’opportunità di crescita formidabile per l’intera economia mondiale. Gli studi descrivono in particolare una crescita del 2,4% rispetto a quella prevista dai piani attuali, con una creazione di 122 milioni di posti di lavoro legati all’energia al 2050, più del doppio degli attuali 58 milioni». Limitandoci all’Italia, si parla di 3,1 milioni di posti di lavoro creati dalle imprese che negli ultimi anni hanno investito in prodotti e tecnologie verdi negli ultimi tre anni. 

Queste figure vanno formate in maniera adeguata, motivo per cui stanno nascendo molti percorsi di studio con l’obiettivo di creare nuove figure professionali in possesso di competenze trasversali e in grado di agevolare la transizione. Il Sole 24 ore lo scorso anno citava circa 200 novità per quanto riguarda i corsi in area green, per un totale di oltre 5mila percorsi dedicati ai futuri esperti dell’ambiente tra triennali, magistrali e cicli unici. Mettendo a sistema la formazione e gli investimenti previsti dal Next Generation Eu, non è un’utopia l’idea di avere tra pochi anni una generazione di esperti nella transizione energetica, con un nocciolo di profili ad alta specializzazione (i più richiesti) come gli ingegneri civili ed energetici, i risk e gli energy manager, i giuristi ambientali, gli sviluppatori di nuovi materiali. 

Tornando alle parole del professor Maglia, «Non c’è dubbio che si dovrà investire nelle nuove competenze ambientali per non restare indietro, ed in tal senso la formazione specifica, autorevole ed aggiornata sarà sempre più indispensabile, in una materia in continua evoluzione e dalle difficili interpretazioni» 

Saranno quindi fondamentali le collaborazioni tra università, aziende e istituzioni, per favorire l’inserimento di nuovi lavoratori e lavoratrici. Per questo Hera, il gruppo multiservizi dell’energia, dell’acqua e dei rifiuti attivo in 312 comuni, ha avviato con il Gruppo Manpower un importante progetto sull’occupabilità. Partendo dalla formazione, il progetto permetterà di far assumere al Gruppo Hera 300 nuovi giovani talenti entro il 2023 nelle diverse aree, dai profili tecnici (idraulici, termoidraulici, elettrotecnici) fino agli ingegneri per le aree Operation e Progettazione. Ogni talento prenderà parte a un percorso di formazione dedicato, seguito dai formatori di ManpowerGroup e dai professionisti del Gruppo Hera, con la possibilità di usare la nuova struttura polifunzionale di Hera a Ferrara, ideale per sperimentare sul campo in un luogo sicuro e all’avanguardia. L’obiettivo è inserire nuove forze in azienda e, pensando più in grande, vincere la complicata sfida della transizione energetica. 

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