Sostenibilità aziendale: cosa sappiamo al riguardo?

Il 64% dei lavoratori europei vorrebbe saperne di più sulle politiche ambientali della propria azienda. Certo, per assicurare un futuro migliore alle nuove generazioni. Ma anche perché i mestieri legati alla sostenibilità saranno tra quelli più richiesti nei prossimi anni. C’è un doppio trend da intercettare, infatti: da un lato, come sottolinea l’Osservatorio monetario dell’Università Cattolica, nell’ultimo quinquennio la dimensione degli investimenti classificati come sostenibili è passata da meno di 23 mila miliardi di dollari a oltre 35 mila miliardi a livello mondiale, vale a dire più di un terzo circa del risparmio globale. L’Europa è leader in questo settore, sia per i volumi trattati sia per le regole sviluppate dalle autorità. E c’è spazio per un’ulteriore crescita. Infatti, gli investitori istituzionali che hanno uno specifico e dichiarato interesse a considerare i rischi socio-ambientali in un’ottica di lungo periodo sono oltre 3.700. Insomma, la sostenibilità creerà posti di lavoro. 

Dall’altro lato, lo studio Sustainability trends 2022 di Kantar conferma che i consumatori sono sempre più predisposti ad agire in modo sostenibile nella loro vita quotidiana: non si tratta di un’autodichiarazione, ma di un’intenzione effettiva rilevata grazie a un’analisi profonda di oltre 7,6 miliardi di dati relativi alla sostenibilità, raccolti negli ultimi cinque anni attraverso le ricerche su Google dei consumatori di oltre 90 paesi, con un focus sui settori food & beverage, retail e finance. «Questo studio», commenta Cristina Colombo, client impact director, sustainable transformation practice di Kantar, «ci rivela due insight chiave: i consumatori sono sempre più inclini al less is more, ovvero consumare meno prodotti ma migliori per l’ambiente, e poi a riconsiderare i loro comportamenti di acquisto a favore del pianeta. Due elementi chiave che i marketer di tutto il mondo devono tenere in mente». Ancora una volta, la sostenibilità come fattore chiave nel mondo dei consumi, e quindi del lavoro, nei prossimi anni.

Se, tuttavia, le aziende sono sempre più attente a comunicare all’esterno il loro purpose in tema di ambiente e sostenibilità, spesso sono però più reticenti, sbagliando, nella comunicazione interna. Come mostra il sondaggio su 7 mila dipendenti europei realizzato da Treedom, piattaforma che permette di piantare e regalare alberi a distanza e seguire online la loro storia, «il 64% dei lavoratori di un campione di aziende delle maggiori capitali europee vorrebbe saperne di più sulle politiche ambientali e di sostenibilità della propria azienda. Uno su cinque, invece, confessa addirittura di non sapere se la propria azienda ne abbia una». 

C’è un chiaro desiderio di avere più informazioni soprattutto nei giovani, e il dato del 64% sale al 70% tra coloro che appartengono alla Gen-Z. E, peraltro, le politiche ambientali e di sostenibilità diventano un fattore anche nella selezione dell’azienda in cui andare a lavorare: per il 67% dei dipendenti la sostenibilità è importante nella scelta del ruolo lavorativo a cui candidarsi. L’86% dei lavoratori italiani, in particolare, afferma che influisce sul loro processo decisionale.

Sui fattori chiave che condizionano la scelta di lavorare o no per un’azienda, il 29% dei dipendenti risponde che «vogliono essere orgogliosi dell’azienda per cui lavorano; il 29% vorrebbe garantire la protezione del pianeta per le generazioni future; al 24% piacerebbe che l’azienda per cui lavorano avesse un impatto positivo sull’ambiente».

Ci sono categorie di dipendenti più o meno informate: ad esempio, «è sorprendente notare come uno su tre di coloro che lavorano negli enti e nelle istituzioni governative non sia a conoscenza della politica di sostenibilità, e il 37% non ritiene neanche importante saperlo. Allo stesso modo, coloro che lavorano nel settore dell’istruzione, che aiutano quindi le menti di domani a crescere ogni giorno, non sono informati quando si tratta della propria sostenibilità aziendale: più di un terzo dei lavoratori dell’istruzione (38%) dichiara di non essere a conoscenza di ciò che la loro compagnia stia facendo per garantire un futuro migliore per il nostro pianeta e per le generazioni future».

Molta più sensibilità nel comparto del marketing: l’81% dei lavoratori concorda su «quanto siano vitali le iniziative green per le aziende, e tre quarti di questi lavoratori sono al corrente delle politiche della propria azienda. La necessità di sostenibilità per le aziende è chiaramente una necessità per le attività di comunicazione esterna, poiché i professionisti del settore conoscono l’impatto positivo che può avere non solo sulla percezione dell’azienda, ma anche sulla soddisfazione dei dipendenti».

Per gli intervistati da Treedom le tre principali iniziative che i datori di lavoro dovrebbero prendere in considerazione per una politica aziendale sostenibile sono: prevenire e ridurre l’impatto ambientale (51% che sale al 67% in Italia); garantire miglioramenti costanti (38% che sale al 51% in Italia); dare un contributo economico volontario per compensare le emissioni (37%); e restituire risorse alle comunità (28%).

«C’è un divario di conoscenza e comprensione», conclude Federico Garcea, fondatore e ceo di Treedom, «tra i decisori che creano le politiche di sostenibilità e quelli che sono gli addetti ai lavori nelle aziende. Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, le aziende non possono lavorare da sole: il lavoro deve essere vissuto e respirato da dentro a fuori. I dipendenti devono essere coinvolti nel viaggio della sostenibilità, così da avere un impatto positivo duraturo e per rimanere competitivi come azienda, attirando i migliori talenti».

 

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