Congedo parentale: papà e lavoratori da Nestlé

Il papà lavoratore, o il secondo caregiver, potrà godere di un congedo retribuito di tre mesi (12 settimane consecutive) di cui usufruire entro i primi sei mesi dalla nascita di un figlio o dalla adozione di un minore.  

Un’intesa molto importante quella sottoscritta tra Nestlé e le organizzazioni sindacali degli alimentaristi (Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil), e che istituisce la cosiddetta Nestlé baby leave per assicurarsi che i genitori abbiano il giusto tempo per definire una routine di collaborazione e supporto reciproco, e gustarsi, in maniera equa, gli oneri e gli onori della novella genitorialità. Poiché è giusto ragionare nell’ottica della parità di genere anche in ambito familiare, con una nuova misura di sostegno sulla quale Nestlé Italia investirà oltre un milione di euro all’anno. 

Come spiega Giacomo Piantoni, direttore risorse umane del gruppo Nestlé in Italia, «il nuovo congedo avrà assicurata l’erogazione di tutti gli elementi retributivi. Con questo accordo ci poniamo l’obiettivo di consentire a tutta la famiglia di dedicare tempo ed energie al nuovo arrivato, in un periodo particolarmente delicato non solo per la crescita del bambino, ma anche per quella dei genitori». 

La nuova policy rappresenta in effetti un importante passo in avanti sia rispetto ai dieci giorni previsti attualmente dalla legislazione italiana, sia alle politiche adottate finora da Nestlé stessa che, già dal 2012 e per prima in Italia, aveva introdotto due settimane aggiuntive di congedo retribuito per il lavoratore padre o secondo caregiver. 

Inutile nascondersi, in Italia esiste un problema di natalità, e numerose ricerche dimostrano quanto la genitorialità stia diventando un’esperienza sempre più sfidante, soprattutto per le donne. In base agli ultimi dati Istat, nel 2020 è stato raggiunto il picco negativo di nascite, con un tasso di sette neonati ogni mille abitanti. E anche quando poi arriva un figlio in casa, la gran parte degli oneri grava sempre sulle spalle della mamma. Secondo i dati Inps sui beneficiari del congedo parentale per Covid-19 emerge infatti l’assenza di una equa condivisione dei carichi familiari, e solo il 21% dei padri ne ha fatto richiesta, contro il 79% delle madri. 

«Con la Nestlé baby leave l’azienda mira a scardinare gli stereotipi che considerano, tuttora, la cura del figlio in età neonatale come una responsabilità esclusivamente femminile, offrendo una misura concreta rivolta a valorizzare la genitorialità delle persone, anziché costituire una delle cause del divario di genere nel mondo del lavoro. Le iniziative a supporto della genitorialità e dell’abbattimento delle barriere di genere», prosegue Piantoni, «rappresentano da sempre una priorità per Nestlé. Si tratta di due temi assolutamente inscindibili, poiché la genitorialità continua a impattare sull’avanzamento di carriera delle donne, rendendo dunque necessario riequilibrare ruoli e compiti nel contesto familiare».  

E l’impegno e le iniziative adottate per supportare la genitorialità hanno già portato a ottimi risultati, come dimostra il tasso di natalità interno all’azienda di 1,6 figli per donna nel 2021, un dato più alto della media italiana che si attesta a 1,24. Il lavoro di Nestlé è stato riconosciuto anche dal Bloomberg gender equality index che nel 2022, per il quarto anno consecutivo, ha premiato l’azienda per i progressi compiuti nel perseguimento di una cultura aziendale inclusiva, che comprenda parità di genere e salariale. 

«Siamo stati i primi in Italia, nel 2012, a prevedere due settimane di congedo di paternità», aggiunge Piantoni, «e oggi, dieci anni dopo, continuiamo a dimostrare di essere degli apripista su queste tematiche. Non potrebbe essere altrimenti: Nestlé è infatti al fianco dei neogenitori fin dalla sua fondazione, oltre 150 anni fa. L’attenzione ai bisogni di bambini e genitori è incisa nel nostro dna».

Spesso quando in azienda si respira un clima positivo poi arrivano anche i risultati e i premi. E infatti il gruppo Nestlé in Italia ha appena corrisposto un premio a partire da 2.500 euro a oltre 3 mila delle persone che lavorano per le sedi e le fabbriche dell’azienda lungo la Penisola. Si tratta del bonus più alto di sempre, che l’azienda, in accordo con le organizzazioni sindacali, ha deciso di riconoscere ai suoi collaboratori per i risultati raggiunti in un anno sfidante e in continua evoluzione, che sta ridisegnando il modo di lavorare di ognuno. «Le persone sono il motore della nostra azienda», sottolinea Marco Travaglia, presidente e amministratore delegato del gruppo Nestlé Italia e Malta, «e questo premio certifica i risultati raggiunti grazie all’impegno, alla dedizione e alla professionalità dei nostri collaboratori e collaboratrici. Siamo fieri di come le nostre persone abbiano saputo affrontare con responsabilità e flessibilità questi due anni decisamente complessi, guardando al presente e al futuro con la consapevolezza che i risultati migliori si possano raggiungere solo unendo le forze e lavorando insieme». 

 

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