Riapertura in sicurezza, la guida per le imprese dei big dell’Hr 

Una ‘bussola’ su misura per le aziende, una guida per lavorare in sicurezza. In risposta alla fase di incertezza e transizione causata dalla pandemia da coronavirus, ManpowerGroup, insieme a Randstad NV e The Adecco Group, ha ideato una guida contenente alcune best practices utili “alle organizzazioni per individuare le misure necessarie a ripartire in maniera sicura e produttiva”.

Il documento, disponibile da oggi sul sito di ManpowerGroup, fornisce degli strumenti utili per favorire l’adattamento delle imprese alla nuova realtà professionale fatta di protocolli sanitari, distanziamento sociale e lavoro da remoto. L’alleanza tra i tre top player del settore delle risorse umane – lanciata ad aprile 2020 e oggi estesa anche a Recruit, ASA e WEC – ha permesso di arrivare a una selezione delle misure maggiormente efficaci per le aziende. Il tutto sulla base di un’indagine condotta in 13 Paesi tra cui Belgio, Francia, Germania, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Spagna, Svizzera, Regno Unito e l’area nordica. Tra i settori produttivi esaminati troviamo: Trasporti &Logistica, Automotive, Produzione e Scienze sociali, Edilizia e Alimentare.

La guida

Il primo consiglio per i datori è pianificare con cura la ripresa sicura del lavoro anche perché l’obiettivo primario deve essere allontanare il rischio sanitario sul luogo di lavoro. Strategico quindi ragionare per fasi: individuazione e controllo dei rischi; valutazione e sviluppo di un calendario e di un piano per il ritorno al lavoro; infine, implementazione, misurazione e valutazione. Il che significa, nel concreto, valutare tutte le misure di sicurezza per il rientro (Dpi, plexiglass, marcatori sul pavimento, sanificazione) e ipotizzare l’estensione dello smart working nei casi in cui si è dimostrato funzionale.

Vitale poi pianificare in modo condiviso e comunicare. Nella guida si suggerisce di “coinvolgere i dipendenti e i loro rappresentanti nella pianificazione del ritorno al lavoro”. Un modo anche per tranquillizzare i colleghi che potrebbero essere riluttanti al rientro in ufficio o in fabbrica. Il confronto può essere anche utile per valutare le operazioni “com’erano” e “come sono”, prima del e durante il lockdown. Sempre con il fine di capire cosa ha funzionato e cosa no. La comunicazione è anche vitale per far rispettare i protocolli di sicurezza. Come sfruttarla al meglio? Scegliendo i canali e gli strumenti più appropriati per comunicare su tematiche relative alla salute e sulle aspettative comportamentali. “Le misure da comunicare – si legge nella guida – spaziano dalla formazione online in materia di salute e sicurezza, ai poster che descrivono norme igieniche essenziali, fino a briefing di persona (mantenendo opportunamente la distanza) o in video sulle variazioni necessarie dei turni e dei team”. Andranno introdotti in azienda anche il monitoraggio, il controllo e la sorveglianza della salute dei dipendenti. Un’azienda dovrà garantire che i suoi protocolli siano, ad esempio, conformi alle norme governative in materia di luogo di lavoro e privacy.

Prendersi cura della forza lavoro significa anche mantenere la continuità aziendale. Per questo è necessario concentrarsi su come mantenere attive le operazioni aziendali individuando e gestendo le problematiche che potrebbero bloccare l’impresa: dall’interruzione della fornitura di mascherine alle assenze per malattia dei “dipendente chiave” come un addetto alle pulizie, un receptionist o una guardia di sicurezza. Infine secondo gli esperti Hr “i leader più alti nella gerarchia di un’azienda devono gestire la risposta alla pandemia e guidare i dipendenti dalla prima linea”. In breve, fondamentale in tempo di crisi dimostrare che l’azienda è unita e che tutti, dall’operaio al ceo, devono rimboccarsi le mani per ripartire.

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