Una rinnovata human age

Il mondo del lavoro è mutato, definitivamente. Delle trasformazioni e dei cambiamenti che ne hanno ridisegnato i confini nel corso degli ultimi tre anni, molto è stato scritto e discusso. Lo abbiamo fatto anche noi, attraverso le pagine delle precedenti edizioni di LINC. Ora e nell’immediato futuro l’interesse, gli interrogativi da porsi e le iniziative da mettere in campo devono riguardare l’uomo, l’essere umano, tutti noi professionisti impegnati a navigare ogni giorno la complessità delle posizioni che occupiamo. Riportare nuovamente al centro dell’attenzione le richieste, i bisogni, ma anche i dubbi e le paure delle persone rappresenta, quindi, la strategia più efficace per affrontare le sfide che verranno, non dimenticando tuttavia il presente e le conseguenze del post-pandemia.

Entrare in una nuova human age sembra essere, pertanto, l’imperativo che aziende e organizzazioni sono chiamate a seguire in questi tempi, dotando le proprie persone delle risorse e degli strumenti necessari per guidare il mercato del lavoro, individuandone e talvolta anticipandone il futuro sviluppo. Questo è anche il messaggio che emerge scorrendo i contenuti dell’ultimo report ManpowerGroup sulle tendenze che plasmeranno la forza lavoro nel 2023, che abbiamo presentato lo scorso gennaio al Forum economico mondiale a Davos ed è intitolato proprio The New Human Age.

Quattro, in particolare, sono le aree di indagine che la ricerca cita e che i datori di lavoro dovranno prendere in considerazione per rendere davvero a misura d’uomo ambienti e percorsi lavorativi. La prima, shifting demographics, ovvero una demografia in evoluzione; la seconda, individual choice, l’importanza delle scelte dei singoli; la terza, tech adoption, l’adozione su larga scala di nuove e sempre più sensibili tecnologie; la quarta, infine, competitive drivers, gli investimenti da compiere per garantire competitività. È necessario, quindi, chiedersi chi sono i lavoratori di oggi, cosa vogliono, come si relazionano con la tecnologia e cosa serve loro per continuare a progredire, traducendo in termini concreti e programmatici i trend precedentemente nominati. Le risposte, i racconti e le riflessioni che si raccoglieranno non saranno univoci, perché differenti sono le prospettive degli interlocutori chiamati a esprimersi su tali argomenti. Spetta quindi alla leadership – qualsiasi sia la sua forma – mediare tra i diversi input, visualizzare l’alternativa migliore, quella cioè che più si adatta alle esigenze del proprio personale. O, per meglio dire, delle persone con cui si collabora.

Un tentativo di risposta – una delle possibili declinazioni di questa multiforme human age – si trova all’interno di questo numero di LINC: gli articoli, gli interventi e le interviste di cui si compone rappresentano, infatti, un approfondimento, uno specifico punto di vista sulle quattro forze in grado di influenzare l’attuale mondo del lavoro e sulle numerose questioni che, conseguentemente, ne derivano. Ci siamo dunque messi in gioco in prima persona, chiedendo e chiedendoci chi siamo diventati, quali sono le nostre esigenze, come ci confrontiamo con l’innovazione tecnologica e di cosa abbiamo bisogno per essere ancora più competitivi. Ci siamo posti al centro della nostra stessa attenzione, per costruire, così, un futuro lavorativo quanto più vicino possibile alle nostre richieste.

 

*Nell’immagine in evidenza una delle illustrazioni realizzate da Bianca Bagnarelli per il nuovo numero di LINC

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