Lavoro, arriva la certificazione delle competenze

Non solo sostenibilità e sicurezza. Adesso anche le competenze sul lavoro possono essere certificate. Il modello nasce in Piemonte, dal COREP, Consorzio per la Ricerca e l’Educazione Permanente, con i Dipartimenti di Giurisprudenza e di Management dell’Università di Torino, in collaborazione con Confindustria Canavese, Confindustria Cuneo, API Torino Formazione e Agenzia Piemonte Lavoro. Obiettivo: valorizzare le conoscenze e le abilità apprese durante percorsi professionali, e non, da lavoratrici, lavoratori e persone in cerca di occupazione. Con una spinta conseguente – si spera – nello sviluppo delle carriere.  

«Le aziende chiedevano un sistema di certificazione già da diverso tempo e ora possiamo dire di esserci riusciti. Questo modello è utile, infatti, sia per il singolo individuo che può comprovare le sue competenze con una verifica sul campo realizzata da una parte terza, sia per le aziende che possono dichiarare la qualità formativa del loro capitale umano», spiega il Prof. Roberto Cavallo Perin, Direttore di COREP. 

Ma come si ottiene la certificazione?  

Il primo passo è l’incontro con un tutor disciplinare che dovrà accertare e valutare i fabbisogni didattici. A seguito di questo primo colloquio verranno proposte tre differenti fasce di attività per la certificazione di competenze di livello universitario. La certificazione in quanto tale consiste nello svolgimento di un test di valutazione relativo alla competenza considerata. Infine, si potrà procedere con la certificazione assistita da tutoraggio e dalla formazione personalizzata, con una valutazione dei fabbisogni didattici, mediante indicazioni sull’utilizzo della piattaforma, e la messa a disposizione dei percorsi più idonei. Seguiranno quindi un test di valutazione e, in caso di esito positivo, la relativa certificazione. Ciò significa che le competenze saranno documentate formalmente, attraverso il riconoscimento dei crediti universitari (fino a massimo 120) e si potranno perfezionare i propri saperi attraverso la scelta di percorsi on line parcellizzati.  

«Per la prima volta un Ateneo italiano certifica le competenze acquisite in ambienti formativi non formali, come le aziende, in attuazione del Progetto Brunetta per il riconoscimento e la certificazione dei saperi di lavoratori, lavoratrici e di persone alla ricerca di impiego  commenta Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino. E aggiunge L’Università svolge in modo sempre più concreto una funzione di responsabilità pubblica e sociale, compiendo un ulteriore passo verso una didattica sperimentale e innovativa che è pensata per l’inserimento efficace ed efficiente delle persone nel mercato del lavoro». 

Quali sono le competenze certificabili? 

A partire dal primo marzo 2022 possono essere riconosciute le competenze in ambito Marketing, Economia degli intermediari finanziari, Operations Management, Ragioneria, Economia Aziendale, Statistica per l’Azienda, Strategia d’Impresa, Diritto Tributario, Istituzioni di Diritto Pubblico, Diritto dell’Open Data e Trasparenza Amministrativa, Diritto dei Consumatori e Diritto dell’Unione Europea. Il catalogo sarà ampliato costantemente, arrivando fino a circa 40 ambiti di conoscenza. 

«La certificazione delle conoscenze diventa un’ulteriore via, a cavallo tra i corsi di studi ordinari e la laurea honoris. Gli interessati potranno così beneficiare di un accertamento svolto da un ente indipendente utilizzabile sia dal punto di vista dell’organizzazione di appartenenza sia dal punto di vista del lavoratore che vorrà promuovere il proprio profilo». 

Le attività tradizionali di didattica saranno integrate e ampliate in modo da rafforzare il rapporto del lavoratore e della lavoratrice con la comunità, le istituzioni e le imprese, promuovendo obiettivi di crescita sociale, culturale ed economica che vedono il naturale sviluppo nelle attività della cosiddetta terza missione dell’Università. 

«Estenderemo al più presto il progetto anche ad altri settori di impiego. La didattica universitaria vive un momento di significativo rinnovamento e trasformazione, anche grazie alle tecnologie digitali: un cambiamento che offre nuove opportunità per una terza missione, in grado di supportare le persone nella ricerca di un lavoro che sia motivo di realizzazione e affermazione nella vita» conclude il rettore dell’Ateneo torinese. 

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