Microsoft apre l’ufficio per un futuro incerto

Microsoft apre le porte del suo monumentale campus di Herzliya, in Israele. Nel video che presenta la storia di questo edificio l’azienda racconta: “Covid-19 ha capovolto il modo in cui le persone lavorano in tutto il mondo. Fortunatamente il nuovo campus Microsoft in Israele è stato progettato per un futuro incerto”. Insomma, in un momento in cui ci si interroga sul destino dell’ufficio e sulla sua stessa ragion d’essere, ecco che il big del tech apre un innovativo spazio di ben 46mila metri quadrati adibito proprio ad ospitare uffici (ma non solo).

Un edificio pensato per far sentire la sua mancanza

Quattro anni fa, quando l’architetto Vered Gindi ha iniziato a lavorare al progetto non poteva certo immaginare quello che sarebbe accaduto di lì a poco. Con la pandemia infatti l’idea stessa di un ufficio fisico sembra ormai superata. Nonostante questo però, la lungimiranza mostrata all’epoca dalla Lead Architect si è rivelata vincente. La donna infatti è partita da una domanda semplice quanto fondamentale: “Perché le persone dovrebbero sentire il desiderio di andare in ufficio? Perché hanno bisogno di un ufficio?”. È così che è nato un edificio pensato per adattarsi alle esigenze dei lavoratori, flessibile e dinamico, con l’aspirazione a durare per molti decenni a venire. Un posto di cui le persone possano sentire la mancanza quando non sono là. Per realizzarlo Microsoft ha individuato tre principi guida: sostenibilità ambientale, creatività dinamica degli ambienti, massima flessibilità e inclusività per i dipendenti.

Uno degli edifici più sostenibili di Israele

Il nuovo campus di Microsoft sorge in un’area dove le temperature sono alte per la maggior parte dell’anno e le precipitazioni quasi assenti. Per questo l’edificio non poteva che essere pensato con un’impronta green e sostenibile: è dotato di generatori atmosferici che assorbono l’umidità dell’aria per restituirla in acqua potabile, circa 237mila litri all’anno; inoltre ha ben 800 metri quadrati di celle fotovoltaiche che permettono di creare il 100% di energia necessaria a sostenere l’illuminazione esterna e le strutture per la ristorazione; le facciate a doppia pelle con tende interne automatiche integrate permettono di deviare la luce del sole e prevenire il surriscaldamento interno degli edifici. Infine, il sistema di filtraggio dell’aria, presente anche negli ascensori, riutilizza l’acqua creata dalla condensa per irrigare e sostenere l’impianto di raffreddamento interno. Si stima che in questo modo verranno risparmiati oltre tre milioni di litri di acqua all’anno.

Un ufficio che cambia insieme a te

Le “griglie flessibili” sono il cuore innovativo di questo edificio. Si tratta della possibilità di modellare e personalizzare l’ufficio a seconda delle esigenze e necessità del momento. Per esempio le scrivanie sono dotate di ruote e hanno cavi molto lunghi così da poter essere spostate molto facilmente. Le scaffalature possono essere aggiunte o rimosse a piacere, così come le partizioni acustiche. Non esistono più gli auditorium, ma sale polivalenti che cambiano in base all’uso a cui sono destinate in quel momento. Possono essere divise o unite, riorganizzate e ripensate a seconda delle priorità quotidiane. Ognuno insomma potrà personalizzare il suo spazio in piena autonomia e libertà.

I quattro hub della città

Per quanto riguarda gli spazi esterni, Vered Gindi spiega il concept che ha portato alla scelta di ricreare un ambiente urbano: “Una città è un luogo di intersezione, offre la possibilità di vivere momenti privati accanto a frequenti momenti di vita pubblica. Sei circondato da persone, attività e cultura. Sei parte di qualcosa che è più grande di te. Non stai semplicemente andando a lavoro, stai facendo un’esperienza di vita”. Così la nuova città firmata Microsoft in Israele è divisa in quattro hub: Downtown (zona industriale), Midtown (area eclettica e giocosa), Il Giardino (ampio spazio verde esterno) e Uptown (progettata per sentirsi come all’interno di un boutique hotel). Così come accade in città, anche qui per andare da una zona all’altra ci si sposta attraversando dei viali. Si tratta di un ambiente che si adatta perfettamente all’interconnessione tra i diversi settori dell’azienda. Il campus infatti è modellato sul concetto già attivo in Microsoft di pensare ai team di lavoro come a dei quartieri, abbastanza grandi per consentire l’interazione all’esterno, ma anche sufficientemente piccoli per offrire la riservatezza di cui si ha bisogno. Ogni team nel campus è equipaggiato con una stanza ad hoc, chiamata “zone room” o “code room”. Mentre c’è una “focus room” per quattro persone ogni due team (e utilizzabile solo da questi).

Flessibilità, inclusione e tempo per sé

Non solo lavoro, ma anche cura del tempo libero e dell’equilibrio fra questi due aspetti. Il campus è progettato per far parte anche della vita sociale e culturale dei suoi impiegati. All’interno infatti ci sono bar, palestre, sale yoga, parco giochi per i cani, orti comunitari e una grande varietà di padiglioni alimentari sia interni che esterni. Ma anche sale di preghiera, sale giochi e spazi per tirare a canestro. In questo modo ognuno può seguire la routine che preferisce, in piena libertà e autonomia. Le parole chiave sono inclusione e possibilità di scelta, sostiene Oren Yerushalmi Rosenbaum, senior portfolio manager per Microsoft Real Estate & Facilities in Israele e Serbia. E questo significa anche pari opportunità nell’accesso e nell’utilizzo degli spazi di lavoro. In tutto il campus c’è il Braille, molte delle persone che lo gestiscono sono sorde, cieche o con mobilità o disabilità mentali. Un pavimento tattile supporta le persone non vedenti per gli spostamenti all’interno e all’esterno dell’edificio. Financo un’app per aiutare le persone con problemi di mobilità a utilizzare gli ascensori. E ancora parcheggi accessibili, bagni pensati per l’inclusività di genere, sistemi audio speciali per chi ha problemi di udito. Angoli cottura, touch screen, piani di lavoro e aree di seduta regolabili in altezza.

Il lavoro del futuro

L’esperienza pandemica ci ha costretti a ripensare gli spazi di vita e lavoro e nella maggior parte dei casi abbiamo trasformato le nostre case in uffici. Microsoft ha ribaltato il paradigma portando non il lavoro a casa, ma bensì la quotidianità a lavoro. E ha progettato un edificio che permettesse a ognuno di farlo nella maniera più consona alle proprie esigenze e desideri. Abbattendo ogni barriera all’ingresso. “Vogliamo aiutare tutti ad avere una vita lavorativa migliore, più efficiente e più vivace”, conclude Rosenbaum.

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