LincMagazine

Dalla me alla we economy

Scritto da Anna Gionfriddo | 22/12/25 9.27

Da aprile 2022, Anna Gionfriddo ricopre il ruolo di Amministratrice Delegata di ManpowerGroup Italia.

Accelerating Adaptability, in italiano “accelerare l’adattabilità”: è questo il titolo del report che ManpowerGroup ha presentato al World Economic Forum (WEF) lo scorso gennaio ed è questa l’espressione che voglio utilizzare per descrivere il compito più stringente che aziende e organizzazioni tutte sono chiamate a svolgere oggi, in un contesto dove la volatilità – lo dimostrano i recenti riallineamenti geopolitici e le relative decisione economiche  – è sempre più marcata. Un’impresa – ovvero le persone che la guidano e quelle che ne fanno parte – deve essere in grado di trasformare i propri processi lavorativi in velocità, implementando in maniera organica le innovazioni che il mercato tecnologico offre, declinandole secondo i propri valori e tenendo ben a mente la mission di cui si fa portavoce; deve saper interpretare le necessità e i bisogni che i propri professionisti – parte di un capitale umano sempre più composito dal punto di vista generazionale – avanzano, osservando con attenzione e cura i loro comportamenti, per tradurli poi in priorità organizzative; deve voler ampliare il proprio perimetro d’azione, cercando di costruire partnership solide e capaci di infondere valore, lungo l’intera catena degli interlocutori, dai fornitori ai collaboratori, arrivando infine ai clienti. Non è di certo un compito semplice né tantomeno scontato, reso ancora più sfidante da alcuni fattori, che potremmo definire ambientali e strutturali: rallentamento della crescita della popolazione, conseguente invecchiamento dei singoli professionisti e una cosiddetta rivoluzione delle competenze, con profondi impatti dal punto di vista della formazione del personale, sia quello già inserito nei luoghi di lavoro che quello da inserire. 

La strategia che come gruppo abbiamo pertanto individuato e che vogliamo promuovere, per il presente e soprattutto per il futuro del mondo del lavoro, è quella dell’ascolto, in primis dei lavoratori. Cosa chiedono i professionisti di oggi alle aziende di cui rappresentano un elemento fondamentale? Raccogliere le risposte a questo interrogativo – che si riferisce alla seconda delle tre dimensioni di adattabilità menzionate in precedenza – significa costruire un percorso di obiettivi e trasformazioni d’impresa condiviso e che sappia abbracciare, da un lato, il sentire dei singoli e, dall’altro, le caratteristiche tipiche di un’iniziativa imprenditoriale. Combinate queste due categorie in quel “mezzo” che già Aristotele identificava come esempio di virtù (nda: «μέσον τε καὶ ἄριστον», traducibile in «il mezzo è la cosa migliore», dall’Etica Nicomachea), sarà poi possibile concentrarsi sugli ulteriori due aspetti di adattabilità descritti in apertura, quello tecnologico e quello di partnership, affrontando così, in maniera consapevole e mirata, l’evolversi dell’economia e del mercato del lavoro. 

Oltre 12.000 sono i lavoratori – sparsi in 16 Paesi – che ManpowerGroup ha quindi ascoltato nell’ambito dell’indagine globale Talent Barometer: una ricerca che, come rivela il suo stesso nome, vuole essere un nuovo strumento di mappatura e raccolta delle opinioni e delle percezioni dei professionisti e delle professioniste di oggi, intorno a tre indicatori fondamentali – benessere, soddisfazione e fiducia. Guardo ai dati e mi soffermo su quelli legati allo scenario italiano: il 60% dei lavoratori e delle lavoratrici nazionali registra un livello di benessere complessivamente positivo nel proprio ambiente di lavoro; il 58% si ritiene soddisfatto lavorativamente parlando; il 70% si dice, invece, fiducioso nei confronti delle proprie competenze e della propria professione. Considerando complessivamente queste percentuali si evince che il 63% delle persone nutre una percezione positiva del proprio lavoro. Sono numeri incoraggianti e che dipingono un quadro, nella sua totalità, positivo. Il Talent Barometer evidenzia, però, anche alcune aree dove intervenire è necessario: più della metà degli intervistati afferma, infatti, di sentirsi stressato al lavoro; secondo il 57% dei lavoratori la tutela dei propri interessi dal punto di vista di sviluppo di carriera non è sempre garantita dai manager aziendali; solo il 53% dei professionisti sente di avere davvero la possibilità di ottenere una promozione. Ecco, quindi, elencate, come in una cartina al tornasole, le priorità di cui le aziende del nostro tessuto produttivo si devono occupare, con i loro modi e i loro mezzi. 

Le pagine che seguono approfondiscono in maniera verticale ognuno di questi aspetti: dall’analisi del panorama geopolitico contemporaneo al racconto dei trend più significativi per le aziende; dal racconto della prospettiva sul lavoro della Generazione Z – le cui risposte al Talent Barometer sono al centro della seconda edizione di The Exchange, la nostra Annual Conference – all’interpretazione pratica che le aziende danno dei termini “benessere”, “soddisfazione” e “fiducia”. Il racconto si conclude con le riflessioni sulla relazione tra AI e luoghi di lavoro raccolte durante le cinque tappe di The Exchange: Road to Annual Conference 2025il tour itinerante tra le imprese italiane che ManpowerGroup Italia ha organizzato seguendo il Manifesto lanciato lo scorso maggio. Il tutto con un unico scopo: indicare ad aziende e professionisti come sia possibile passare da una visione individuale a una collettiva, da una me a una we economy, dal singolo a tutti. 

Il presente articolo è tratto dall’ultima edizione di LINC uscita a giugno 2025.